Una volpe, affamata, passava vicino ad un vigneto. Vide dei grappoli d’uva succosa e matura pendere da un ramo alto. Cercò in tutti i modi di raggiungerli: saltò, si arrampicò, ma niente da fare. L’uva era troppo in alto.
Delusa e con la fame ancora alle stelle, la volpe se ne andò scuotendo la testa e dicendo fra sé e sé: “Tanto quell’uva è acerba! Non vale la pena di sforzarsi così tanto.”
(Esopo: “La volpe e l’uva” )
Il significato più profondo della favola va ben oltre la semplice morale di “non disprezzare ciò che non si puo’ avere”.
Spesso, quando non riusciamo ad ottenere qualcosa che desideriamo, tendiamo a svalutare l’oggetto del nostro desiderio per giustificare il nostro fallimento.
Invece di ammettere la nostra incapacità, preferiamo trovare una scusa…per mollare.
Valutiamo, invece, piuttosto, l’importanza di quello che vogliamo: solo allora, fortemente motivati, troveremo il modo onesto per poterlo ottenere.
⚠️ SE SEI MOTIVATO E CONSAPEVOLE DI QUESTA RAZZA, VORRAI ESCLUSIVAMENTE UN NOSTRO MALIN🌑IS®️: PRETENDI IL MEGLIO !!!
Riflettiamo profondamente con l’aiuto della favola sulla natura umana:
Meccanismi di difesa: La reazione della volpe di svalutare l’uva rappresenta un classico meccanismo di difesa psicologico. Quando non riusciamo ad ottenere qualcosa, tendiamo a minimizzarne l’importanza per proteggere il nostro ego e evitare la frustrazione.
Proiezione: La volpe proietta la propria incapacità sull’uva, attribuendole una qualità negativa (l’acerbità) per giustificare il proprio fallimento. Questo meccanismo è molto comune e lo utilizziamo tutti, in situazioni diverse.
Relazione con la realtà: La favola ci invita a confrontarci con la realtà in modo onesto e a non nasconderci dietro false giustificazioni. I nostri limiti e le nostre sconfitte sono un passo fondamentale per crescere e maturare.
Questa favola, seppur antica, continua a essere estremamente attuale e ci offre preziosi insegnamenti per affrontare le sfide della vita.