Educazione cinofila: l’equilibrio tra mente e corpo.
Negli ultimi anni, l’educazione cinofila si è evoluta, abbandonando i metodi coercitivi a favore del rinforzo positivo.
Questo approccio, basato sulla premiazione dei comportamenti corretti, ha dimostrato di costruire un rapporto di fiducia profondo tra cane e proprietario, portando a risultati eccellenti.
Ma è possibile integrare anche una componente “fisica” nell’educazione, senza cadere nella punizione?
La risposta è SI!
A patto di distinguere chiaramente tra punizione fisica e gestione fisica.
La gestione fisica: non è una punizione
La gestione fisica si riferisce a un intervento non aggressivo volto a interrompere un comportamento indesiderato e reindirizzando l’attenzione del cane.
Non ha nulla a che vedere con il maltrattamento.
Si tratta piuttosto di azioni come:
- Guidare dolcemente il cane lontano da una situazione pericolosa o da un oggetto che non deve toccare. Per esempio, se sta per mordere un cavo elettrico, una leggera pressione sul collare o sul fianco può allontanarlo in sicurezza.
- Posizionare il cane per un esercizio. Per insegnargli a sedersi, a volte è necessario guidarlo fisicamente con una leggera pressione sul posteriore, prima che impari il comando vocale.
- Utilizzare il guinzaglio per comunicare un limite. Una tensione minima, unita a un “no” deciso, serve a fargli capire che sta tirando troppo, senza fargli male.
Questo tipo di intervento deve essere sempre privo di rabbia, calmo e immediato, e deve servire a prevenire o correggere un’azione, non a “vendicarsi” di un errore.
L’obiettivo è comunicare in modo chiaro e fisico che un comportamento non è accettabile, prima ancora che il cane abbia l’opportunità di ripeterlo.
L’importanza di un approccio bilanciato e differenziato
Un’educazione efficace combina il rinforzo positivo con una gestione fisica appropriata. Il cane ha bisogno di sapere non solo cosa fare, ma anche quali sono i limiti. Un intervento fisico ben calibrato, infatti, può essere un modo rapido e chiaro per definire una regola, a patto che sia immediatamente seguito da un’alternativa positiva.
È inoltre fondamentale considerare che ogni cane è un individuo a sé. Alcuni soggetti, soprattutto quelli con una forte personalità o iperattivi, possono richiedere una gestione più decisa per comprendere i confini. A volte, un intervento fisico fermo e sicuro, ma mai aggressivo, riflette la comunicazione che i cani utilizzano tra loro o che una madre usa con i suoi cuccioli per stabilire l’autorità e la sicurezza del branco. Questo tipo di “chiusura” fisica, usata con cognizione di causa e senza rabbia, aiuta a prevenire comportamenti pericolosi e a stabilire una leadership chiara e affidabile.
In conclusione:
L’idea di un’educazione “anche fisica” non deve essere associata alla punizione, ma a una comunicazione chiara e sicura. Un tocco gentile, una guida ferma ma non aggressiva, sono strumenti potenti per il proprietario. In questo modo, il cane impara a fidarsi della nostra leadership, riconoscendo in noi una guida sicura e affidabile.